venerdì 6 giugno 2008

Dogville


E se qualcuno trovava difficile afferrare in quale professione fosse indaffarato, lui rispondeva semplicemente “minatore” Perché, benché non si facesse strada attraverso la roccia, si faceva strada attraverso ciò che era ancora più duro: l’animo umano…
finché luccicava

Genova per me

…questa Zena teatro e trampolino mio e solo mio, fuori dallo sguardo di troppi, anche se anelo ancora un loro, vero, amore… qui, getto le mie radici e lascio crescere i miei fiori, mi innaffio, mi poto (il solito cespuglio!) e mi piglio dei sacrosanti acquazzoni, mi rialzo e mi asciugo da sola, a volte anche dal mio pianto, ma mai è mancato un arcobaleno, mai ho smesso di aspettarlo pur immersa nel soffrire.
Non prego più molto, ma vivo dentro Dio, lui in me e sento la mia vita che preme per scrivere nella sua lingua, con la sua grafia legittimata dai mille balzi e cadute, graffi e carezze che le mille mani della vita hanno dato ai miei mille volti, alle maschere che ho dovuto provare per intuire il mio dentro, per rafforzare il mio involucro sensibile e potermi permettere i voli che ho voluto, sempre, spiccare.
Ancora ringrazio i complici e gli attori che recitano con me questi atti, mi complimento con i registi e invidio, un po’, gli scenografi che hanno saputo dipingere un mondo così.

dove andiamo? sempre A CASA

Non voglio dimenticare
l’essenza dell’essere umano
perdendomi nei labirinti delle sue maschere.
Non voglio accumulare
le mappe dei più remoti luoghi
perdendo la strada per casa.
Voglio onorare la mia anima
che scelse questo cammino e i suoi compagni
Voglio essere una goccia di tutto nel tutto
una bolla di nulla nel nulla.

immaginario dialogo

Tu
che leggi nel buio de i miei occhi chiusi
che dai voce alla mia luce soffusa
che offri un mantello alla mia anima fredda
dove ti nascondi?
Tu
Che sciogli il mio gelo candido
che trafiggi il mio stupore timido
che percorri la mia sensualità intatta
dove ti cercherò?
Tu
Che zuccheri il mio caffé al mattino
Che assaggi con me il mio destino
Che cammini il mio sentiero
dove ti ho perso?

- alla mia anima gemella-

Ecce me

Nessuna meta, nessun porto, nessun sogno.
Gioia
- lei sola -
leggiadra e incosciente
nella pienezza dell’attimo
in cui
è l’onda sonora a invadere i sensi:
non il pentagramma, non lo strumento.
Onda
densa e scivolosa
avvolge due mondi in un’unica
infinita
bolla trasparente.
Si nutre, la nutre.
Non domanda…vive.

parole parole parole

Scrivere è un'urgenza
che permette che il molteplice della vita venga messo a fuoco dalla coscienza
come dalla luce di una lente concentrica...

Scrivere è un'onda
che mi trascina e mi costringe a convertire in parole
la mia sensibilità che si smarrisce nei miei stessi confini...

Scrivo e sprofondo dentro a un guscio
viva eccomi effervescente come mai nel reale
più scrivo più la mia anima esplora il vero e se ne acquieta paga.

Scrivo e sorrido