venerdì 6 giugno 2008

Genova per me

…questa Zena teatro e trampolino mio e solo mio, fuori dallo sguardo di troppi, anche se anelo ancora un loro, vero, amore… qui, getto le mie radici e lascio crescere i miei fiori, mi innaffio, mi poto (il solito cespuglio!) e mi piglio dei sacrosanti acquazzoni, mi rialzo e mi asciugo da sola, a volte anche dal mio pianto, ma mai è mancato un arcobaleno, mai ho smesso di aspettarlo pur immersa nel soffrire.
Non prego più molto, ma vivo dentro Dio, lui in me e sento la mia vita che preme per scrivere nella sua lingua, con la sua grafia legittimata dai mille balzi e cadute, graffi e carezze che le mille mani della vita hanno dato ai miei mille volti, alle maschere che ho dovuto provare per intuire il mio dentro, per rafforzare il mio involucro sensibile e potermi permettere i voli che ho voluto, sempre, spiccare.
Ancora ringrazio i complici e gli attori che recitano con me questi atti, mi complimento con i registi e invidio, un po’, gli scenografi che hanno saputo dipingere un mondo così.

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